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Centro di Uroginecologia in team

Il Centro  Santa Lucia svolge la propria attività nell’ambito Ostetrico-Ginecologico. Le patologie trattate sono l’incontinenza urinaria e il prolasso utero-vaginale.

Uroginecologia

Queste patologie vengono esaminate in due tempi: diagnostico e terapeutico. Nella fase diagnostica, la paziente viene valutata presso l’ambulatorio di uroginecologia e presso il laboratorio di urodinamica, dove si eseguono test specifici di studio quali  lo studio pressione-flusso, ecc.

 

Il tempo diagnostico assume un significato di particolare rilievo al fine di differenziare i vari tipi di incontinenza (da sforzo, da urgenza, mista) che, naturalmente, richiedono approcci terapeutici molto diversi .

Presso il Centro l’ostetrica esegue corsi di riabilitazione perineale per il recupero della funzione del pavimento pelvico.

I percorsi riabilitativi possono essere indivduali o in piccoli gruppi.

Vengono trattate pazienti, affette da disturbi minzionali e/o prolasso, ed anche giovani mamme che, con il parto, hanno subito un danno perineale: con la riabilitazione pelviperineale è possibile ripristinare la forza dei muscoli perineali e prevenire l’incontinenza e il prolasso.

 

INCONTINENZA URINARIA

L’incontinenza urinaria consiste nella perdita involontaria di urina; per definizione questa perdita dev’essere osservabile e di entità tale da creare un disagio psicofisico in grado di ripercuotersi concretamente sulla qualità di vita della paziente.

Di norma le perdite involontarie di urina inizialmente vengono vissute come dei semplici malesseri, ma sul lungo periodo e di solito a seguito di peggioramento si trasformano in disagio psicologico profondo, che alimenta un sentimento di inadeguatezza, imbarazzo e vergogna.

Alcune stime parlano di 2,5 milioni di persone, solo in Italia, che soffrirebbero di incontinenza. Il disturbo colpisce soprattutto sopra i 60 anni, tuttavia si può presentare a qualsiasi età: infatti un significativo 20% dei casi riguarda le donne al di sotto dei 30 anni e ben il 40% riguarda donne con età compresa tra i 30 e i 50 anni.

Tipi

L’incontinenza si può manifestare come un gocciolamento quasi costante o come una minzione intermittente, con o senza la coscienza del bisogno di urinare.

Alcuni pazienti hanno un’urgenza estrema (bisogno irrefrenabile di urinare) con scarso o senza preavviso e possono essere incapaci di inibire la minzione fino a quando non raggiungono un bagno.

L’incontinenza può insorgere o peggiorare in seguito a manovre che aumentano la pressione endoaddominale.

Un gocciolamento postminzionale è molto frequente e probabilmente una variante normale negli uomini.

Identificare il quadro clinico è spesso utile, ma le cause spesso si sovrappongono e molti trattamenti sono uguali.

L’incontinenza da urgenza è la perdita di urina incontrollata (da moderata a grave) che si verifica immediatamente dopo un urgente e insopprimibile bisogno di urinare.

La nicturia e l’incontinenza notturna sono frequenti. L’incontinenza da urgenza è la varietà più frequente di incontinenza negli anziani, ma può interessare anche pazienti più giovani.

È spesso scatenata dall’uso di diuretici ed è esacerbata dall’impossibilità di raggiungere rapidamente un bagno.

Nelle donne la vaginite atrofica, frequente durante l’invecchiamento, contribuisce a un assottigliamento e all’irritazione dell’uretra e all’urgenza minzionale.

Incontinenza

L’incontinenza da sforzo è la perdita di urina dovuta al brusco aumento della pressione endoaddominale (p. es., con la tosse, gli starnuti, il riso, i piegamenti o il sollevamento di pesi).

La quantità di urina persa è in genere da scarsa a moderata.

È il 2o tipo più diffuso di incontinenza nelle donne, in gran parte a causa delle complicanze del parto e dello sviluppo di un’uretrite atrofica.

Gli uomini possono sviluppare incontinenza da sforzo dopo procedure quali la prostatectomia radicale.

L’incontinenza urinaria da sforzo è solitamente più grave nei soggetti obesi a causa della pressione da parte del contenuto addominale sulla vescica.

L’incontinenza funzionale è la perdita di urina dovuta al decadimento cognitivo o fisico (p. es., in seguito a demenza o ictus) o a barriere ambientali che interferiscono con il controllo della minzione. Per esempio, il paziente potrebbe non riconoscere la necessità di urinare, potrebbe non sapere dove si trova il bagno o potrebbe non essere in grado di camminare per raggiungere il bagno.

L’incontinenza mista è una qualsiasi combinazione dei tipi descritti sopra. Le associazioni più frequenti sono l’incontinenza da urgenza con quella da sforzo e l’incontinenza da urgenza con quella funzionale.

Perché l’incontinenza colpisce soprattutto le donne?

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Sicuramente una serie di fattori sono legati all’anatomia femminile, ma tra le cause che facilitano l’insorgenza del disturbo possiamo elencare:

stitichezza cronica, problema che colpisce soprattutto le donne scarsa attività fisica che contribuisce all’aumento del peso corporeo, una delle condizioni favorenti l’insorgere del disturbo: anche fra i soggetti giovani che lasciano bruscamente un’attività fisica o sportiva può manifestarsi il problema infezioni ricorrenti delle vie urinarie (cui le donne sono più soggette).

Cosa altro comporta?

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Depressione endogenamenopausa dove il calo degli estrogeni, che sono in parte responsabili della tonicità muscolare, ne  favorisce l’abbassamento del tono anche a livello pelvico.

Alcuni farmaci, in particolare gli antidepressivi, gli antipsicotici, gli anticolinergici, i diuretici, gli analgesici, i narcotici centrali, i sedativi, fumo alcuni sostanze alimentari e cibi come mele, caffè, uva, ananas, fragole, limone, zucchero, aceto, pomodoro, tè e bevande gassate (in particolare se a base di caffeina).

Esistono poi fattori che aumentano il grado di incontinenza:

il parto per via naturale è un fattore che predispone la donna a soffrire del disturbo, in quanto la regione pelvica risulta molto stressata, si pensi alla zona del perineo che spesso è anche incisa tramite episiotomia (incisione chirurgica durante il parto).
Interventi chirurgici nella zona pelvica, prima fra tutte l’isterectomia (rimozione dell’utero).

Oltre a questi tipi di fattori ne esistono altri più legati alla predisposizione dell’individuo:
ereditarietà, malattie neurologiche, prolasso vescicale.

Come viene diagnosticata l’incontinenza femminile?

Per quanto riguarda il sesso femminile la competenza medica del disturbo da un po’ di anni è stata creata la figura dell’uroginecologo, che risulta essere lo specialista di riferimento nei casi ci sia necessità di intervenire con un approccio diagnostico e terapeutico impegnativo.

L’anamnesi si focalizza sulla durata e sui caratteri della minzione, sulla funzione intestinale, sull’uso di farmaci e sull’anamnesi chirurgica ostetrica e pelvica. Un diario delle minzioni può fornire indizi sulle cause.

Come si rileva?

L’esame obiettivo ha lo scopo di rilevare praticamente l’incontinenza, di dimostrare la presenza di un prolasso genitale o di individuare un’eventuale patologia correlata

Il punto centrale è l’esame neurologico, pelvico e rettale.

Come si risolvono i problemi di incontinenza?

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Farmaci e chirurgia per l’incontinenza più grave

Questa iperattività della vescica può essere contrastata attraverso una terapia farmacologica che inibisce lo stimolo. I farmaci rilassano i muscoli del collo della vescica e le fibre muscolari della prostata bloccando le contrazioni involontarie dell’apparato vescicale.

Nel nostro Centro medico Santa Lucia grazie all’esperienza per il trattamento e dell’incontinenza urinaria di circa quarant’anni del Prof.re Giuseppe Micucci, queste patologie possono oggi essere risolte definitivamente con le nuove ma collaudate tecniche chirurgiche di lifting uro-genitale.

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